Il Comitato per la memoria di Mons. Enelio Franzoni
Il Comitato nasce con l’intento di mantenere viva la memoria di Mons. Enelio Franzoni (1913-2007). Ha deliberato che ogni anno, la prima o seconda domenica di Marzo, sia dedicata al ricordo di questo Santo Sacerdote, luminoso e straordinario esempio di Testimone di Fede e di Umanità…una fortuna averlo conosciuto in vita … una fortuna “incontrarlo” anche oggi!
Domenica 8 marzo 2020 - Celebrazioni per l'anniversario della morte di Mons. Enelio
**EVENTO SOSPESO**
Mons. Enelio Franzoni
Breve profilo biografico
19 luglio 1913: Mons. Enelio Franzoni nasce a San Giorgio di Piano (BO)
28 marzo 1936: viene ordinato Sacerdote nella Cattedrale di Bologna; dall’inizio dell’anno scolastico 1935 fino al 1941 insegna Lettere al Seminario Arcivescovile;
29 luglio 1941: parte per la Russia come Cappellano: 837 Ospedale da campo; viene poi trasferito al Comando Divisione Pasubio
16 dicembre 1942: viene fatto prigioniero
1942-1946: è prigioniero in Russia nei campi di Tambow, Oranki, Sussdal
22 agosto 1946: viene rimpatriato;
settembre/ottobre 1946: gira l’Italia a trovare le famiglie dei caduti;
ottobre 1946: a San Giovanni in Persiceto, prima come sostituto del Parroco;
maggio 1948: diventa coadiutore
1951: viene insignito della “Medaglia d’oro al Valor Militare” per essersi prodigato nel salvare la vita soprattutto dei feriti, mettendo in pericolo la sua
1952: viene nominato Parroco di Crevalcore
1967: Parroco nella Parrocchia Urbana di Santa Maria della Grazie dove rimane fino al 1988
1988: ospite della Casa del Clero
Ritorna al Padre il 5 marzo 2007
La motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare
“Cappellano addetto al comando di una Grande Unità, durante accaniti combattimenti recava volontariamente il conforto religioso ai reparti in linea. In caposaldo impegnato in strenua difesa contro schiaccianti forze nemiche, invitato dal Comandante ad allontanarsi, finché ne aveva la possibilità, rifiutava recisamente e, allorché i superstiti riuscirono a rompere il cerchio avversario, restava sul posto, con sublime altruismo per prodigare l’assistenza spirituale ai feriti intrasportabili: caduto prigioniero e sottoposto a logorio fisico prodotto da fatiche e privazioni, noncurante di se stesso, con sovrumana forza d’animo, si prodigava per assolvere il suo apostolato.
Con eroico sacrificio rifiutava per ben due volte il rimpatrio onde continuare tra le indicibili sofferenze dei campi di prigionia la sua opera che gli guadagnò stima, affetto, riconoscenza ed ammirazione da tutti. Animo eccelso, votato al costante sacrificio per il bene altrui.”
Fronte Russo, 1941 - Campo di prigionia, 1942/1946